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Più bassa prevalenza di infarti cerebrali silenti nei soggetti fisicamente attivi


E' stata esaminata l'associazione indipendente tra attività fisica e malattia cerebrovascolare subclinica, misurata come infarti cerebrali silenti e volume di iperintensità della materia bianca.

NOMAS ( Northern Manhattan Study ) è uno studio prospettico di coorte basato sulla popolazione che ha esaminato i fattori di rischio per la malattia vascolare incidente, e un sottocampione sottoposto a risonanza magnetica ( MRI ) del cervello.

Gli esiti primari erano rappresentati dagli infarti cerebrali silenti e dal volume di iperintensità della materia bianca.
Le misure basali dell'attività fisica nel tempo libero sono state raccolte per persona. L'attività fisica è stata classificata attraverso quartili del punteggio equivalente metabolico ( MET ).

Lo studio ha riguardato 1238 soggetti clinicamente liberi da ictus ( età media 70 anni ) di cui il 60% erano donne, il 65% erano ispanici, e il 43% ha riferito di non fare attività fisica.
Un totale di 197 individui ( 16% ) è andato incontro a infarti cerebrali silenti.

In modelli completamente corretti, i soggetti nel quartile superiore dei punteggi MET, rispetto a quelli che non praticavano attività fisica, avevano quasi la metà delle probabilità di avere infarti cerebrali silenti ( odds ratio corretto, OR=0.6 ).

L'attività fisica è stata associata a volume di iperintensità della materia bianca.

In conclusione, l'aumento dei livelli di attività fisica è risultato associato a un minor rischio di infarto cerebrale silente, ma non al volume di iperintensità della materia bianca.
Lo svolgimento di attività fisica moderata - intensa può rappresentare una componente importante delle strategie di prevenzione volte a ridurre gli infarti cerebrali subclinici. ( Xagena2011 )

Willey JZ et al, Neurology 2011; 76: 2112-2118


Neuro2011



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